Visioni di Paesaggio
Personale di Ermanno Barovero
17 maggio 2018 – 31 ottobre 2018
L’irruenza con cui Barovero utilizza il colore ad olio traduce il pathos di una visione viscerale dell’ambiente di natura, lo stesso diviene protagonista, istrione, despota della sue verve narrativa quasi a voler implodere sulla superficie. La sua pittura partecipa con appassionato animismo al tormento che muove il fluire cosmico, nell’intento di attribuire al referente cromatico il compito di evocare quella primordiale forza che ancora sferza la Terra.
Un cielo magmaticamente pervaso da un impeto dirompente e accompagnato ad un alone di enigmatiche presenze è quello che si libera in composizioni quali “Il cielo sulla Sila” o “Il peso dell’aria” dove neri e rossi, bianche e ocre deflagrano in ombre sovrannaturali. Immortalato nel suo continuo divenire l’orizzonte raccoglie la voce dall’incessante mutazione dei profili, sostenuta da una pregnante fioritura gestuale.
Le tele percorse da un fermento panico stigmatizzano in questo fluente divenire suoni fragorosi: sono i bianchi glaciali di “Uragani danzanti”, “La nuvola fagocitata”, “Uragani”, qui si dionde il fragore di repentine accezioni di vitalismo e ogni elemento diventa incontenibile, dimostrando che è quasiimpossibile dare profili al moto degli umori che governano la sublime dialettica dell’Universo. L’agitarsi perenne d’una energia senza riposo fa increspare il mare nel continuo aggregarsi e disgregarsi di pennellate in un’enfasi che quasi si fa grido di un’ indefinita vastità in sussulto.
Clizia Orlando